In Psicogenealogia, lavorare con il genosociogramma – albero genealogico commentato con date e storie di almeno tre generazioni, permette di scrivere e narrare la storia della famiglia, di vedere le incongruenze che possono nascondere un segreto, le date o i nomi ricorrenti che mostrare le ripetizioni nella storia familiare, indicando spesso la presenza di lutti irrisolti, bambini surrogati, traumi non rivelati, ecc.
Tutti questi elementi, emergendo dalla rappresentazione grafica dell'albero psicogenealogico o attraverso altri strumenti quali il genogramma metaforico, il genogramma fotografico, l'atomo sociale, i contenuti onirici, le costellazioni sistemiche, permettono di formulare ipotesi su quanto possa essere accaduto in quel sistema familiare, quali fatti non rivelati – chiamati non detti nella prima generazione e segreti nelle generazioni successive – che poi sono diventati “innominabili” e potrebbero aver imprigionato i loro discendenti.
Ci sono segreti in ogni famiglia, ma alcuni condizionano la vita degli individui e dei loro discendenti. La gravità della loro influenza dipende da molti fattori: l'importanza del fatto velato, la sofferenza di chi lo nasconde (protegge), l'entità dei disturbi generati nella comunicazione tra i membri del nucleo familiare. La segretezza isola e divide il sistema familiare in due gruppi: chi sa e chi non sa, creando così emarginazione ed esclusione.
Questi problemi non riguardano solo i bambini ai quali è stato nascosto qualcosa, il che può anche essere avvenuto con l'intenzione di proteggerli, ma il segreto coinvolge spesso anche le generazioni successive che lo ricevono in eredità, senza poter comprendere le difficoltà che il genitori esperti e nonni per amore di tale segretezza.
Come dice lo psicogenealogista francese Serge Tisseron: “diventiamo prigionieri quando non siamo coscienti”.
È importante capire che in ogni famiglia ci sono segreti e fatti drammatici: “i segreti sono come una patata bollente che passa di mano in mano, bruciando le mani di tutte le generazioni”. Questa ripetizione può essere interrotta trovando l'origine del segreto e cercando di compiere atti simbolici che concludano questa trasmissione.
Quando possiamo ipotizzare un segreto? Quando mancano notizie su un ramo familiare, quando ci sono contraddizioni nella narrazione, di fronte a domande specifiche, il disagio e le risposte evasive si manifestano nel familiare che deve rispondere.
Inoltre, possiamo presumere che ci sia un segreto quando ci sono ripetizioni di eventi su più generazioni e quando ci sono tragedie e follie (psicosi).
Come i detective dei libri gialli, dobbiamo indagare su ogni possibile indizio: prima di tutto sul mito familiare che molto spesso nasconde un fatto vergognoso che si vuole a tutti i costi nascondere. Ma a differenza del "fannullone" nei film polizieschi, il mito familiare è possibile percepirlo solo attraverso i particolari rituali e costumi della famiglia.
Françoise Dolto ha detto che per crescere un bambino psicotico ci vogliono tre generazioni di tacita comunicazione familiare.
La psicogenealogia, attraverso il suo lavoro di analisi transgenerazionale dei vissuti familiari, del “progetto senso” o programma genealogico che è il compito inconscio assegnato al bambino alla nascita, contribuisce a far luce sui segreti ea renderli meno dannosi.
Le neuroscienze spiegano che la parte anteriore del cervello è divisa in un emisfero sinistro, sede del pensiero digitale, analitico, logico, e un emisfero destro, che coordina il pensiero analogico, intuitivo ed emozionale. Come sapete, quando i due emisferi lavorano insieme, hanno luogo la crescita e l'evoluzione.
Pertanto, è importante analizzare la storia genealogica attraverso il genosociogramma, che è un'operazione logico-razionale, ma è necessario utilizzare risorse che ci permettano di comunicare con l'inconscio (emisfero destro) attraverso simboli, metafore, analogie, che sono specialità dalla parte creativa, emotiva e intuitiva del nostro cervello.
Le Costellazioni Familiari sono anche un ottimo strumento per lavorare con l'enorme riserva di possibilità e creatività che “saltano fuori” dall'inconscio collettivo e familiare: “mettere in scena” le dinamiche familiari favorisce l'emergere di emozioni, ricordi ed esperienze vissute dai nostri antenati.
Dopo aver sperimentato e studiato la Transgenerazionalità in un approccio di Terapia Familiare Sistemica, la Psicogenealogia di Anne Ancelin Schutzenberger, le Costellazioni Familiari di Bert Hellinger e la Psicologia Archetipica di James Hillman, ho capito che questi approcci si integrano e se usati insieme possono migliorare notevolmente il lavoro transgenerazionale e i segreti di famiglia. Ho chiamato questa pratica di terapia transgenerazionale PSICOGENEALOGIA SISTEMICA APPLICATA.
PSICOGENEALOGIA SISTEMICA APPLICATA Pratica transgenerazionale di Jaqueline Cássia de Oliveira
Psicologa - CRP 04/7521 Psicoterapeuta Familiare Sistemico (Brasile) Psicogenealogista (Italia)